Ceccarelli (Pd): inorriditi di fronte alla violenta repressione delle manifestazioni studentesche pro Palestina. Il Governo chiarisca e accerti se vi sono responsabilità
“Sono immagini davvero brutte quelle che ho visto questa mattina nei video che mi sono stati inviati da nostri militanti, nei quali si testimonia la reazione violenta e del tutto sproporzionata delle forze dell’ordine nei confronti dei giovanissimi manifestanti a Pisa.
Tra quei ragazzi che esercitavano una libertà costituzionale, quella di manifestare liberamente il proprio pensiero, potevano essere i figli di ognuno di noi e questo induce a chiedere che sia fatta chiarezza sull’accaduto”.
Con queste parole il capogruppo Pd in Consiglio Regionale Vincenzo Ceccarelli interviene sulla violenta repressione delle manifestazioni studentesche pro Palestina in programma questa mattina in diverse città toscane.
“Ci sono domande – prosegue Ceccarelli – a cui si deve rispondere subito. Perché una reazione così violenta di fronte a manifestanti palesemente disarmati e innocui? Chi ha dato l’ordine di affrontare con mezzi oltremodo repressivi manifestazioni pacifiche, non animate da pericolosi terroristi, bensì da ragazzi e ragazze di giovanissima età? E’ forse cambiato il clima in questo paese? C’è un atteggiamento diverso da parte del Governo nei confronti di chi manifesta liberamente il proprio pensiero? Io credo che queste domande debbano avere risposta e nei prossimi giorni il Gruppo del Pd presenterà una propria mozione per chiedere che sia fatta chiarezza su questi fatti e sia verificata la proporzionalità della reazione avuta dalle forze dell’ordine rispetto ai giovani manifestanti.
Queste immagini – conclude Ceccarelli – richiamano alla mente la gravissima vicenda del comunicato fatto leggere in diretta, nel corso di una trasmissione di spettacolo, dall’AD della Rai Sergio, solo perché due artisti avevano espresso il proprio pensiero su una vicenda che sta drammaticamente toccando ognuno di noi com’è quella della guerra in atto nella striscia di Gaza. Ma in questo momento il problema non è quello di stabilire chi ha ragione in quel conflitto, bensì se in questo paese siano ancora garantite le libertà costituzionali, a cominciare da quella della liberà manifestazione del pensiero di ognuno di noi”.